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poesia e architettura

installazioni

A sinistra la sagoma alta della ‘Torre dell’acqua’.
A terra una serie di installazioni in cemento e ferro.

Il rapporto tra poesia e architettura, lungi dall’essere un richiamo emotivo o sentimentale, trova le sue radici nella stessa nascita della Ciudad Abierta, ne è componente fondamentale e vi trova un posto di assoluto rilievo.

Gli ‘atti poetici’ o ‘faenas’ ideati dal poeta Godofredo Iommi – uno dei fondatori – sono degli eventi collettivi in cui la parola poetica diventa strumento per decostruire e ricostruire i rapporti con la realtà e con i luoghi, per scoprirvi connessioni, bellezza, contrasti.

'la torre'

La ‘Torre dell’acqua’ è un’installazione che accoglieva in origine due serbatoi

Il valore di questo contatto si esplicita nel significato che viene attribuito al fare poetico ed all’azione del costruire: come in tanta poesia le parole non sono usate per descrivere, ma per creare immagini collegate con il ritmo del linguaggio, così gli elementi che compongono queste architetture non rimandano in prima istanza a funzioni specifiche …
… Essi si propongono nel loro valore intrinseco, capace di innestare reazioni emotive, e soprattutto quella curiosità che è la principale matrice dell’apprendimento e della creatività ….

… questo accostamento appare … spiegabile e geniale quando si pensi che proprio la lingua, a differenza della pittura e della scultura, condivide con l’architettura il destino di essere per lo più usata in modo funzionale, per comunicare messaggi in modo il più possibile chiaro ….
Ecco allora che la poesia diventa la lingua usata per sé stessa e se ne fa un dono a chi ascolta, e viene fatta da tutti ….
Così l’architettura, sollecitata da questo esempio si fa con lo stesso carattere: per sé stessa, senza legame di necessità con una specifica funzione da soddisfare, ed in modo collettivo.

Alfieri, Massimo; La Ciudad Abierta, Roma, Dedalo, 2000, p.49
I poeti della Ciudad Abierta si richiamano ad artisti francesi, tra cui Rimbaud e Lautreamont, da cui ereditano in particolare l’idea che la poesia debba essere fatta da tutti.