Dal foyer si percepisce ancora l’intera ampiezza del volume interno. Le travi di larice originali sono lunghe 22 metri.
Uno dei punti di forza del progetto è la capacità di soluzioni originali che nascono dal contesto, lo valorizzano e da questo prendono forma, accentuandone l’unicità e la particolarità . L’arredo ad esempio, studiato e ridisegnato fin nei particolari, interpreta e risolve in modo originale i problemi funzionali legati agli usi attuali dell’edificio, mentre l’uso abbondante di legname locale mantiene il legame con il contesto e con la tradizione.
La parete in legno che scherma dal freddo uno degli ingressi ai laboratori non ha motivo di arrivare al soffitto e può curvarsi sia nella disposizione che nell’altezza. Questo permette di inserire una particolare soluzione per l’illuminazione.
Nei laboratori i montanti degli scaffali si incurvano seguendo il muro: una soluzione che nasce dal contesto evitando semplificazioni rettilinee e standardizzate.
La singola stanza (con processo estendibile di scala all’appartamento, all’edificio, alla città, al territorio…) non è una somma di oggetti belli o brutti, coerenti o incoerenti, ma un luogo che vive attraverso le mutue relazioni – funzionali ma anche affettive – di tutto con tutto.
Giovanni Galanti, "Colloquio con Ugo Sasso", da Sasso, Ugo; Bioarchitettura, forma e formazione, Firenze, Alinea, 2003
Le lamelle orientabili formate da tavole verticali ruotanti sul proprio asse permettono di dosare la luce secondo le necessità, senza alterare l’aspetto tradizionale dell’edificio.