Nel corso degli ultimi decenni la ricerca sulla storia della scuola si è arricchita, sia sul fronte metodologico sia sul fronte tematico, di nuove e inedite piste di ricerca. Da una ricostruzione storica volta prevalentemente ad analizzare gli aspetti formali, amministrativi e burocratici dell’istituzione scolastica, si è andati, sempre più, verso nuove frontiere di indagine, capaci di permeare il vissuto scolastico, le sue ritualità quotidiane, le pratiche didattiche agite, per generazioni, da docenti e studenti, in aula e fuori dall’aula.
Questo ampliamento di prospettive e di temi di ricerca ha reso necessario un allargamento del bacino documentario delle fonti: non più solo fonti scritte, ufficiali e istituzionali, ma anche fonti inedite: materiali, autobiografiche, letterarie, iconografiche... Tra queste ha acquisito dignità anche la fotografia come “traccia” rilevante del passato. Una traccia complessa, che necessita di essere finemente interpretata, confrontata e integrata con altri documenti, ma traccia, al contempo, ricca di significati, di molteplici punti di vista, tutti da scandagliare e analizzare secondo una puntuale critica delle fonti.
Le immagini, tratte dall’archivio fotografico Indire - di cui il catalogo appena uscito “L’obiettivo sulla scuola. Immagini dall’archivio fotografico INDIRE”, a cura di Pamela Giorgi e Elena Franchi, edito da Giunti, presenta una significativa selezione - ce ne danno, già ad un primo sguardo, prova. Quello di Indire è un patrimonio documentario estremamente ricco, che ci permette di acquisire preziose informazioni riguardo alla materialità degli edifici scolastici, all’organizzazione dell’istituzione-scuola nei diversi periodi storici, alle pratiche e alle esperienze didattiche in essa agite, che può e che deve essere letto costantemente a più livelli, cogliendo anche le possibili distorsioni legate alle volontà persuasive, ideologiche o propagandistiche che spesso le fotografie celano.
Indire oggi conserva oltre 14.000 immagini relative alla edilizia scolastica italiana nel periodo compreso tra il Ventennio fascista e la prima metà degli anni sessanta, alle attività didattiche svolte nelle scuole (lezioni, esercitazioni ginniche, spettacoli, refezione, esperimenti scientifici) e alle attività culturali svolte dal Centro Didattico Nazionale di Studi e Documentazione (CDNSD) - comprendente al suo interno sia il vecchio Museo Nazionale della Scuola sia la Biblioteca Pedagogica Nazionale - e dall’ente nato da questo nel 1974, la Biblioteca di Documentazione Pedagogica (BDP).
La consapevolezza che questo patrimonio fotografico è da valorizzare e coltivare, per una ricerca storica della scuola, è a fondamento di questa pubblicazione, che si pone nell’ambito di un progetto di inventariazione analitica con tecnologia xml e di recupero dell’archivio fotografico Indire, già, negli anni, in parte confluito nella banca dati a finalità didattica DIA e destinato, ci auguriamo in un futuro prossimo, ad essere completamente accessibile in rete.
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