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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

PQM, i punti di forza e debolezza per l'anno 2009/2010

Una analisi del passato per progettare le azioni future

di Sara Mori
17 Gennaio 2011

PQM, Piano Nazionale Qualità e Merito, è un progetto che si pone come scopo primario il miglioramento degli apprendimenti degli studenti nell’ambito della matematica e dell’italiano nelle classi della scuola secondaria di primo grado. La struttura del progetto prevede la somministrazione agli alunni di due prove Invalsi per la valutazione degli apprendimenti nelle discipline interessate: una ad inizio e una a fine anno scolastico, per la verifica di eventuali cambiamenti. Sulla base dei risultati della prima prova, gli insegnanti possono progettare interventi di recupero o potenziamento per migliorare gli apprendimenti degli studenti, accompagnati da momenti di formazione per i docenti stessi e dalla possibilità di produrre materiale specifico da utilizzare con gli alunni. Lo strumento attraverso cui i docenti possono progettare gli interventi e richiedere i finanziamenti per metterli in pratica è il piano di miglioramento.

I 304 Piani di Miglioramento presentati dalle scuole dell’Obiettivo Convergenza all’interno progetto PQM 2009-2010 sono stati analizzati attraverso una griglia di lettura appositamente creata con lo scopo di rilevare i processi attivati al momento della diagnosi e della progettazione degli interventi. La tabella è stata creata avendo come punto di riferimento la struttura indicata agli insegnanti per la compilazione dei piani stessi all’inizio del progetto. Essa prevedeva le seguenti sezioni:

1) Premessa
2) Finalità/Obiettivi
3) Individuazione degli interventi
4) Descrizione di attività e metodologie
5) Motivazione della richiesta di attività  strumentali di accompagnamento (formazione fra pari e  produzione di materiali)
6) Risultati attesi

Per ogni modulo era necessario specificare:

- Il nucleo identificato, tra i quattro previsti dal quadro di riferimento in matematica e indagati dalle prove Invalsi di ottobre, su cui svolgere l’intervento;
- Il titolo dell’intervento, coerentemente con il nucleo scelto.

La griglia inoltre è stata pensata in modo da essere confrontabile con i risultati del lavoro dei focus group svolti tra giugno e luglio nelle scuole capofila del progetto nelle stesse regioni del sud Italia e che indagavano tre aspetti specifici: la visione di sistema, l’accompagnamento, l’innovazione.
Essa prevede dunque sette aree, per ciascuna delle quali sono stati scelti degli indici di descrizione.

Per ogni sezione sono stati individuati:

- caratteristiche descrittive: cioè è stato valutato se fossero stati descritti o meno alcuni aspetti indicati nei materiali riguardo la composizione del piano di miglioramento.
- indici di valutazione: in alcune sezioni sono stati riportati anche valutazioni riguardo il grado di approfondimento e di coerenza complessiva dell’area analizzata del piano.

Questi indici sono visibili in Tabella 1.

Attraverso questa analisi la griglia ha permesso:

  • Una lettura orizzontale di approfondimento su ogni progetto, dove vengono esplicitate le caratteristiche cruciali (come è stata descritto il processo di analisi dei bisogni, come è descritta la composizione dei moduli, il grado di elaborazione e profondità del piano). Questa è la parte che più ci interessa in questo documento in quanto questo tipo di lettura ha reso possibile l’identificazione di buone pratiche e al contrario di punti di debolezza emersi;
  • Una lettura verticale che riassume alcuni temi “trasversali” ed importanti per la sperimentazione del progetto (diagnosi incentrata sui processi, descrizione dei contesti di appartenenza, obiettivi, risultati attesi), funzionale alla descrizione dei processi attivati nella fase iniziale del progetto PQM.

Come abbiamo già detto, in questo caso quello che ci interessa particolarmente sono i risultati della lettura orizzontale dei piani di miglioramento che evidenziano buone pratiche e punti di debolezza.
Riassumendo quanto emerso da questo tipo di analisi  è possibile sintetizzare per ogni sezione indicata nella progettazione dei piani le criticità più forti. E’ importante però prima di tutto contestualizzare questi punti critici all’interno della mancanza di tempo che sia gli insegnanti sia i formatori hanno avuto a disposizione per la formazione e per la realizzazione dei piani di miglioramento durante il primo anno di PQM. Non si deve scordare infatti che la prima edizione del progetto è stata una sperimentazione  e proprio per tale ragione un’esperienza esplorativa, sulla base della quale poter migliorare il lavoro di quest’anno e degli anni futuri. Dalle lettura emerge queste evidenze nelle diverse sezioni (vedi Tabella 2).


Oltre a queste criticità, che hanno offerto spunti di riflessione utili per cercare di migliorare l’accompagnamento al processo di redazione dei piani di miglioramento di quest’anno anno, ci sono anche buone pratiche descritte, che mostrano quanto PQM abbia attivato processi virtuosi in diversi ambiti:

  • La possibilità di riflettere sui contenuti della didattica;
  • La possibilità di confrontarsi da vicino con il sistema di valutazione;
  • La riflessione più esplicita e condivisa sull’importanza della progettazione didattica;
  • La possibilità di confronto con colleghi che condividono lo stesso linguaggio, ma con competenze maggiori su alcuni aspetti didattici e metodologici;
  • Il poter lavorare direttamente con gli studenti sulle difficoltà incontrate quotidianamente anche in classe;
  • L’avere a disposizione molti strumenti innovativi ed utili.

Alcuni piani di miglioramento hanno mostrato un’ottima riflessione sulle prove e una coerente scelta dei moduli di potenziamento e delle attività ad essi correlati. Questi sono sicuramente delle buone pratiche da tenere presenti, benché quest’anno la struttura indicata per la stesura dei piani di miglioramento sia differente  in quanto più ancorata agli studi che riguardano l’efficacia scolastica e l’apprendimento. Per concludere si possono evincere alcuni punti sostanziali.


Punti di forza emersi:

  • La necessità di progettare moduli didattici sulla base dei risultati ha permesso di attivare una riflessione su processi che talvolta sono considerati ovvi. Inoltre la possibilità di farlo con l’accompagnamento di un collega alla pari, formato per dare supporto in momenti specifici, ha permesso un confronto libero e costruttivo.
  • L’utilizzo di prove esterne, create sulla base del Quadro di riferimento nazionale di matematica, ha dato la possibilità di confrontarsi più da vicino sugli aspetti legati alle carenze che emergono anche nelle prove internazionali (come affrontare situazioni problematiche e contestualizzate, o argomentare le soluzioni proposte) e che talvolta non sono considerati nelle verifiche ordinarie svolte in classe.
  • La valutazione e la progettazione didattica svolte attraverso attività e metodologie innovative e la condivisione di queste tra i docenti, ha permesso lo sviluppo di processi volti al
    continuo miglioramento e allo sviluppo di una comunità professionale.

Punti di debolezza emersi:

  • La scarsità di tempo a disposizione dei docenti per la lettura dei risultati delle prove Invalsi e
    la progettazione dei moduli di potenziamento, ha reso spesso il processo di analisi e di diagnosi molto difficoltoso e macchinoso e ha dunque portato a volte a risultati poco approfonditi;
  • L’indice di stesura dei piani di miglioramento suggerito non era stato collocato né all’interno di un quadro preciso di lettura diagnostica delle prove, né dentro una cornice di progettazione definita e condivisa. Ciò ha fatto sì che i piani di miglioramento siano stati molto eterogenei e poco confrontabili e trasferibili in questo primo anno, pur consci che questa fosse appunto una fase di sperimentazione sul campo.
  • La creazione di un linguaggio condiviso sembra essere un altro aspetto trascurato durante il primo anno. Ciò emerge da un insieme di fattori: a volte gli stessi termini vengono confusi con altri o utilizzati in modo non molto appropriato.

Tenere presente questi elementi può essere utile quest’anno nella progettazione dei piani di miglioramento. Cercando di migliorare per primi la qualità del progetto si dovrà dare particolare attenzione ai tempi a disposizione per ogni fase, al fornire strumenti utili per una lettura fruibile delle prove Invalsi e ad un indice del piano di miglioramento più contestualizzato all’interno delle ricerche svolte in questo campo, che tenga conto di aspetti ritenuti importanti per raggiungere gli obiettivi di PQM.


I risultati dell’analisi dei piani di miglioramento  sono riportati in modo approfondito nel nella tesi di dottorato“Analisi e progettazione di piani di miglioramento: uno studio basato sui dati PQM- Piano Nazionale Qualità e Merito”, di Sara Mori, con la supervisione del Dott. Daniele Vidoni - INVALSI e il  Prof. Guido Franco Amoretti - Università degli Studi di Genova

 
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