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12 novembre 2014

L'Indire protagonista al Salone ABCD di Genova

La conferenza con l'Ocse, il lancio di Avanguardie educative e il seminario sulle piccole scuole: la ''scuola del futuro'' passa da qui

di Costanza Braccesi


L'edizione 2014 del Salone dell'educazione, dell'orientamento e del lavoro ABCD di Genova si è chiusa già da qualche giorno, ma sulla stampa risuona ancora l'eco dei tre eventi che l'Indire ha promosso nell'ambito della manifestazione ligure. Tre appuntamenti importanti che hanno confermato come l'Istituto sia a pieno titolo uno dei protagonisti nel dibattito nazionale e internazionale sulla "scuola del futuro".    

Il primo impegno per l'Indire è stato, mercoledì 5 novembre, la conferenza congiunta Indire-Ocse Scola Nova. La scuola del futuro. Tecnologie e pedagogie per un'educazione sostenibile (vedi programma). Esperti e rappresentanti delle principali istituzioni nazionali ed europee hanno discusso lo stato dell'arte della ricerca educativa internazionale nel campo della progettazione di ambienti di apprendimento innovativi in cui spazi, tecnologie e tempi della didattica vengono totalmente ridisegnati. Quello dei nuovi ambienti di apprendimento è un settore di ricerca su cui l'Indire lavora da anni, allo scopo di proporre modalità utili a superare la rigidità della classe tradizionale, ancora troppo legata a una didattica di tipo trasmissivo.

«Oggi, più che di edilizia, è necessario parlare di architettura scolastica, poiché l'ambiente in cui si sviluppano i processi di insegnamento e apprendimento è esso stesso un fattore educativo fondamentale per veicolare una didattica nuova, centrata su competenze trasversali come il problem solving, il decision making e il pensiero critico», ha sottolineato nel suo intervento Sabrina Bono, capo dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur. Per il presidente di Indire Giovanni Biondi, due gli orizzonti su cui riflettere: intervenire con una nuova visione sulle architetture esistenti e progettare scuole per il futuro.

Sempre in tema di ambienti scolastici innovativi, la conferenza è proseguita con l'attesa tavola rotonda presieduta da Tony Sheppard del Centre for Effective Learning Environments che ha visto la partecipazione di esperti internazionali dell'Ocse, fra cui Hannah von Halefeld. «Siamo qui per lavorare insieme alle vostre istituzioni per far crescere la qualità della scuola italiana. E una scuola di qualità è quella che sa affrontare le sfide della società contemporanea, che sa aiutare gli studenti a cambiare il loro modo di pensare, lavorare e vivere. Per questo è necessario ripensare le politiche educative e investire nella scuola, uno degli elementi chiave per creare cittadini responsabili e felici» ha dichiarato la von Halefeld.

 
Un momento della conferenza Indire/Ocse (5 novembre)


Il dibattito sulla "scuola del futuro" è proseguito giovedì 6 con il lancio di Avanguardie educative, il movimento di innovazione nato dall'iniziativa congiunta di Indire e di un primo gruppo di 22 scuole capofila che hanno già "rivoluzionato" il proprio modo di fare scuola, sia attraverso la riorganizzazione del modello educativo, sia attraverso un impiego innovativo delle ICT e dei contenuti digitali. L'evento di lancio di Avanguardie educative (vedi programma) è stato l'occasione per la firma del manifesto programmatico, un documento strategico-culturale che le stesse 22 scuole apripista hanno contribuito a realizzare. L'atto di nascita di questa rete, connessa alle reti europee e internazionali già esistenti e aperta alla collaborazione di tutte le scuole italiane, rappresenta solo il punto di partenza di quello che sarà un percorso di sostegno alle scuole impegnate nell'innovazione del modello scolastico tradizionale, ormai disconnesso dalle esigenze della nuova generazione di studenti "digitali".

I lavori sono proseguiti con la tavola rotonda Le scuole innovative italiane: dove il cambiamento è già realtà!, durante la quale sono state presentate e discusse le esperienze di innovazione che la rete di Avanguardie educative sta già realizzando nel nostro Paese.

«Bisogna ripensare il modello didattico oggi adottato dalla scuola italiana, un modello tayloristico non più adeguato alla società contemporanea», ha dichiarato il presidente di Indire Giovanni Biondi. «La scuola tradizionale che conosciamo è fatta di corridoi, aule e spazi esterni, dove sono le attività che si adattano agli spazi. Ma è invece fondamentale ripensare le architetture e costruire gli edifici secondo una nuova idea di scuola, dove sia centrale la costruzione del sapere. L'innovazione nasce dagli istituti scolastici, dal basso: il nostro obiettivo è portarla a sistema in tutte le scuole italiane».


6 novembre: foto di gruppo dopo la sottoscrizione del Manifesto di Avanguardie educative


Della rete nazionale per le piccole scuole che operano in territori di montagna e nelle isole minori si è parlato invece nel seminario di formazione del progetto Piccole scuole crescono, organizzato da Indire venerdì 7 e sabato 8 e rivolto ai docenti della rete degli istituti scolastici isolati geograficamente e che lavorano in pluriclassi (vedi programma). L'incontro ha formalizzato l'avvio della rete italiana delle piccole scuole, un network aperto a tutti gli istituti interessati a introdurre formule didattiche innovative in grado di fronteggiare i problemi tipici delle scuole isolate: dalle difficoltà logistiche al dimensionamento delle strutture, dall'aumento delle pluriclassi all'elevato turn-over degli insegnanti, fino all'assenza di adeguate attrezzature informatiche.

Durante i lavori, si è cercato di individuare il modello adeguato per ciascuna tipologia di istituto e si sono definiti gli step operativi per avviare la sperimentazione. Inoltre, sono state approfondite le caratteristiche dei due modelli metodologici elaborati da Indire nell'ambito della sua attività di ricerca sulla didattica a distanza: la didattica condivisa, una strategia per condividere le lezioni tramite un uso quotidiano della videoconferenza, e l'ambiente di apprendimento allargato, pensato per condividere un progetto disciplinare comune fra più classi tramite l'impiego di videoconferenze e altri setting tecnologici.

A livello nazionale, questo tema riguarda 900mila studenti di 1400 scuole di comuni montani e isole minori. «In queste aree geografiche del Paese - ha dichiarato Giusy Cannella, ricercatrice di Indire - è importante fare rete non solo tra le scuole, ma anche tra scuola, enti locali e istituzioni, in modo tale che ciascuno per il proprio ruolo aiuti a trasformare l'isolamento da ostacolo in risorsa».


Un momento del seminario "Piccole scuole crescono" del 7-8 novembre

 

Per approfondire questi temi:
 
Architetture scolastiche innovative

Avanguardie educative

Scuole isolate geograficamente

 

 

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