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INDIRE - dal termine della guerra fino al 2007

Al termine della guerra, il CDN fu riaperto e affidato alla direzione di un commissario nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nella persona inizialmente di Carlo Francovich e quindi di Alessandro Setti.

Nel 1949 il Ministro della Pubblica Istruzione Guido Gonnella provvide alla regolare nomina dei membri della Consulta e restituì al Centro Didattico Nazionale di Firenze la voce di bilancio prevista dalla Legge 30 novembre 1942 n.1545. Alla direzione venne posto il pedagogista Giovanni Gozzer (poi direttore del Centro Didattico Nazionale per la Scuola Secondaria a Roma), sostituito nel 1952 da Enzo Petrini, mentre Calò mantenne la presidenza.

Nel 1952 il CDN assunse la denominazione di Centro Didattico Nazionale di Studi e Documentazione (CDNSD), comprendente al suo interno sia il vecchio Museo Nazionale della Scuola sia la Biblioteca Pedagogica Nazionale (con un patrimonio librario allora stimato in 40.000 volumi e oltre 500 riviste italiane e straniere).

Negli anni successivi, il CDNSD svolse un ruolo fondamentale nel processo di rinnovamento del sistema scolastico italiano, promuovendo convegni, corsi di aggiornamento per gli insegnanti, concorsi nazionali e internazionali di letteratura per l’infanzia e di disegno infantile, continuando a mantenere una stretta connessione con le scuole che realizzavano sperimentazione didattica.

Nella seconda metà degli anni Sessanta, l’istituto subì una pesante battuta d’arresto, a causa di due gravi eventi: l’alluvione dell’Arno – che il 4 novembre del 1966 ne danneggiò i locali e il patrimonio librario e documentario – e la morte il 25 maggio 1970 dello storico presidente Giovanni Calò, al quale successe Luigi Campedelli.

Una nuova evoluzione istituzionale si ebbe quando il DPR 31 maggio 1974 n. 419 sancì lo scioglimento dei centri didattici nazionali e trasformò il Centro didattico nazionale di studi e documentazione in Biblioteca di Documentazione Pedagogica (BDP), cui fu assegnata una duplice finalità: I. raccolta, conservazione e valorizzazione del materiale bibliografico e di documentazione didattico-pedagogica in collaborazione con gli Istituti Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativo (IRRSAE) e con il Centro Europeo dell’Educazione (CEDE); II. sviluppo e funzionamento della Biblioteca pedagogica nazionale a servizio delle istituzioni e degli studiosi oltre che del personale della scuola.

Nel 1980 Giovanni Biondi – già membro del primo consiglio direttivo della Biblioteca di Documentazione Pedagogica – fu eletto vicepresidente, procedendo a un essenziale rinnovamento della funzione svolta dall’istituto all’interno del sistema scolastico nazionale. Con Decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 1986 n. 961 venne ufficialmente approvato il nuovo statuto della BDP, la quale fu strutturata in cinque sezioni: la Biblioteca pedagogica nazionale (a sua volta articolata nella sezione di scienze dell’educazione e scienze umane, nella sezione di storia dell’educazione e nella sezione di letteratura giovanile, addetta alla redazione della nota rivista “Schedario”); la sezione di documentazione scolastica, addetta alla realizzazione di banche dati per l’aggiornamento, per la sperimentazione, per la ricerca e l’innovazione; la sezione di documentazione bibliografica, addetta alla realizzazione del “Progetto bibliografico BIBL”; la sezione per le relazioni e gli scambi internazionali, impegnata nei progetti europei Eurydice e Eudised; infine, il Centro elaborazione dati.

Nel 1992 Giovanni Biondi fu nominato direttore della Biblioteca di Documentazione Pedagogica, che con Decreto Legislativo 20 luglio 1999 n. 258 fu trasformata nell’ Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa (INDIRE), che proseguì e sviluppò i progetti da essa promossi e ad essa affidati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e da altri importanti organismi internazionali (tra cui l’Unione Europea).

Nel 2007, con l’entrata in vigore della Legge Finanziaria 2007 (Legge 27 dicembre 2006, n. 296), l’INDIRE è stato trasformato in Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica.

Dal 31 agosto 2012, l’istituto fiorentino è tornato INDIRE.