Dalle fotografie scattate all’indomani dell’alluvione del 1966 è possibile vedere il grande portone di Palazzo Gerini di via Buonarroti abbattuto dalla violenza delle acque. Del resto tutto il quartiere di Santa Croce, dove è situato il palazzo, era stato duramente colpito. L’ingresso del palazzo era interamente invaso dal fango e dalla nafta. Niente era stato risparmiato.
Nelle sale storiche del piano terreno il patrimonio era quasi interamente perduto: mobili, dipinti, lampade, il materiale librario e documentario, le collezioni rare del Cinquecento e Seicento, le miscellanee del Settecento e dell’Ottocento, i calchi in gesso, le riproduzioni rare, tutto era distrutto, semi-distrutto e ricoperto da una coltre di melma.
Rimaneva ben poco di quanto era stato raccolto in anni di pazienti ricerche e attente scelte di acquisti di antiquariato del libro e dell’illustrazione. La sala che ospitava le raccolte più preziose, quella del Rinascimento, era un’intera rovina: dall’acqua si era salvato solo l’antico soffitto dipinto a tempera. La grande vetrina degli incunaboli – tra cui quelli rarissimi del Vergerio – era rovesciata a terra, gli armadi laccati, sfondati dall’acqua, erano stati completamente svuotati del loro contenuto.
La saletta del Seicento, dove si trovavano fra le altre cose i documenti autografi del Collegio Ghisleri e numerose stampe originali dell’epoca, era una di quelle che riportavano maggiori danni: i pesanti scaffali sollevati dall’acqua erano incastrati nel soffitto, i mobili erano a pezzi, i quadri e le vetrine erano accatastati.
Nonostante la gravità dell’evento, già le foto del 5 dicembre del 1966 attestano un portone ritornato sui cardini e all’interno un fervente lavoro di ricostruzione e di ripristino: molte le persone al lavoro, i volumi appena estratti dal fango cosparsi di segatura e posti verticalmente sugli scalini del palazzo, i locali rimasti asciutti adattati ad asciugatoi. Volontari e personale del CDNSD si prodigarono infatti per salvare le opere preziose della storia della scuola: dopo qualche settimana di estenuante lavoro si riuscì a estrarre dalla melma la maggior parte delle opere a stampa e a iniziare immediatamente l’opera di restauro.
Tuttavia, l’Arno aveva distrutto la più grossa parte del vecchio Museo della scuola, rovinando irreparabilmente una delle più ricche raccolte europee dedicate alla storia dell’educazione e dell’istruzione.