Un modello per la secondaria: una scuola-villaggio pedagogicamente e socialmente attiva, ecologica e multiculturale.
La scuola-villaggio di Gelsenkirchen rappresenta un modello particolarmente significativo e ricco di spunti e proposte da imitare, non solo nei risultati, ma anche nelle modalitàpartecipative messe in atto nelle fasi di progettazione e di costruzione. Peter Hubner, il progettista tedesco che ne ha guidato la realizzazione, ha voluto creare una scuola come luogo da vivere, non sololuogo dove imparare e insegnare. In questo senso la forma del villaggio è straordinariamente efficace, per la sua capacità di generare senso di appartenenza, offrire impressioni diversificate e proporre luoghi da percorrere e abitare in modi diversi, dove studiare e incontrarsi. L’idea di fondo attuata a Gelsenkirchen è quella di interpretare la scuola come una famiglia di case, invece che un blocco monolitico: da qui la scelta di eliminare i corridoi per creare invece una strada coperta dalla forma irregolare, generata dalle sagome dei diversi edifici che qui si attestano.
La strada coperta inizia in un grande spazio-piazza arricchito dalla presenza di alcuni alberi e di una grande fontana a vortici
Aperte anche al quartiere, strada e piazza sono un naturale centro di socializzazione e incontro.
La biblioteca, la cafeteria, la direzione, il teatro e il cinema sono ospitati in altrettanti fabbricati, mentre lungo la strada si affacciano come botteghe ulteriori spazi di insegnamento utilizzati a rotazione dai diversi gruppi. In fondo, un fabbricato di forma circolare ospita le officine, mentre i 6 blocchi delle aule sorgono ai lati, separati tra loro e circondati da percorsi pedonali nel verde.
All’interno dei blocchi ogni aula ha un ingresso indipendente, servizi e spogliatoio propri, mentre l’insieme ricorda un insieme di case a schiera, tutte diverse tra loro.
'La partecipazione, afferma Hubner, riesce a dare all’architettura un carattere più vissuto e accogliente, perché porta all’edificio i contributi di molte mani e di molti desideri'
Rainer Winkel, primo direttore della scuola, ne ha definito le 4 idee-guida dal punto di vista pedagogico. Il primo obiettivo doveva essere la capacità di ospitare anche ragazzi in difficoltà: il progetto di Peter Hubner ha risposto in modo straordinariamente efficace a questa esigenza, ad esempio attraverso la realizzazione delle aule come ‘case’ dei gruppi classe, ambienti personalizzabili e differenziati. In secondo luogo, sebbene la costruzione sia stata promossa dalla Comunità Evangelica, la scuola doveva essere aperta a persone di molte fedi e sostenere processi di integrazione multiculturale e multiconfessionale: per questo il 25% degli alunni sono cattolici e il 30% musulmani. Il terzo punto è la proposta - ispirata alle idee di Dewey e Montessori – di una didattica particolarmente attenta verso il learning by doing, testimoniata anche dalla presenza di numerosi laboratori, atelier e officine. Il quarto punto è la vocazione della scuola ad essere un centro per un nuovo sviluppo non solo educativo ma sociale
La scuola deve essere un ambiente per vivere, non solo per insegnare e apprendere, e l’esempio di Gelsenkirchen dimostra come sia possibile. Nella foto: dentro la strada coperta.
Colori nella strada coperta
Posta in un area problematica, che a seguito della chiusura di una grande miniera si è ritrovata condizionata da forti problemi di disoccupazione e disagio giovanile, doveva diventare un luogo dove i giovani potessero riconoscersi e ritrovarsi, anche fuori dall’orario scolastico, un catalizzatore anche per tutto il quartiere.
La scuola-villaggio, così ricca di spazi di incontro anche informali, è un luogo attivo e vivo a tutte le ore.
Infine, il complesso è un modello di educazione all’ecologia: un atteggiamento presente e forte sia nella didattica, sia nell’architettura, sia nella filosofia che ha guidato alla definizione degli spazi esterni.