Approfondimento

La sicurezza nelle scuole: il ruolo chiave dei docenti e dei genitori nella valutazione del rischio sociale

Ogni scuola ha un dirigente scolastico a cui spetta l’organizzazione della sicurezza che si basa sul coinvolgimento di tutto il personale attivo nell’istituto. In riferimento al DL n.81/2008, le scuole infatti, al pari delle aziende con più di 10 lavoratori, sono tenute a redigere il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR): una mappatura dei rischi accompagnati da misure di prevenzione e di gestione. Nel documento va precisato l’organigramma e i dati della scuola, il numero di allievi e di dipendenti (compreso eventuali lavoratori autonomi o saltuari), le ore di lavoro e le attività extrascolastiche oltre alla valutazione dei rischi in base alla struttura dell’edificio e delle aule. Il DVR è quindi uno strumento in divenire che asseconda i cambiamenti e che per questo va inteso come un documento da aggiornare periodicamente.

Nell’ottica della cultura della sicurezza, la valutazione del rischio però non si limita all’ambito tecnico (planimetrie, agibilità, uscite di sicurezza, scale antincendio ecc), ma comprende anche fattori ambientali che incidono sul benessere collettivo: parametri non facilmente misurabili in quanto legati a dinamiche relazionali che possono essere rilevate con un’attenta osservazione. Si tratta di quelle variabili di rischio che il Testo Unico definisce come “stress lavoro- correlato, differenza di genere, differenza di età, provenienza da altri Paesi”  ovvero aspetti che, se trascurati, possono trovare proprio nella realtà scolastica un terreno fertile per fenomeni di discriminazione e bullismo. La figura del docente assume quindi una valenza fondamentale nella valutazione del rischio “sociale” che se prontamente riconosciuto,  garantisce spazi sicuri e democratici, così come l’inclusione scolastica prevede.

Ma il solo sforzo dell’insegnante a volte non basta per prevenire o gestire i fenomeni violenti;  un docente conosce le dinamiche della classe, ma non può osservare i comportamenti dei ragazzi fuori dalla scuola: un elemento fondamentale per avere un quadro chiaro della situazione. Nel rapporto vittima-bullo infatti si delineano comportamenti che emergono anche nel quotidiano e che possono essere facilmente identificati dall’occhio attento dei genitori. Per questo, là dove la scuola segnala un problema, la famiglia può intervenire supportando l’attività di monitoraggio avviata dai docenti. Tuttavia l’indagine osservativa incontra spesso l’ostacolo dell’obiettività: ogni annotazione è infatti filtrata dalla soggettività dello sguardo. Questo problema è ancor più presente quando a svolgere la valutazione è un genitore. Pertanto è necessario affidarsi a strumenti ideati da esperti, come batterie di test e griglie d’osservazione, che definiscono gli indicatori, guidando il valutatore.

La facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Roma – La Sapienza ha redatto un questionario per docenti e genitori che guida nell’osservazione del fenomeno. Attraverso uno specchietto, l’osservatore potrà rilevare le caratteristiche  del profilo di vittima e di bullo, con un’indagine a tutto campo affidata agli insegnanti e ai genitori. Rinforzando la collaborazione tra scuola e famiglia è quindi possibile arginare i rischi e allontanare le minacce di sopraffazione, garantendo un clima sereno e perciò la possibilità di crescere in sicurezza. Il questionario è disponibile al link:

https://drive.google.com/file/d/0B2k1hbyP83USZmlib2NLRVVPMG8/view

mani colorate