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scuola come paesaggio

La scuola di Caudry si fa paesaggio, formando un contesto urbano e un’area verde sistemati nell’esistente senza bisogno di forzare il segno architettonico né di esibire la pur impegnativa ricerca di soluzioni per la qualità ambientale.

spazi verdi

Al posto di un edificio-scuola a Caudry è nato un villaggio-scuola, fatto da volumi che si disperdono nell’area creando un tessuto di luoghi diversi. Sullo sfondo: la piazza e il blocco degli insegnamenti tecnici. In primo piano il verde, che comprende sia prati curati, sia aree lasciate crescere spontaneamente.

 L’insieme è arricchito dalla creazione di habitat naturali, come gli stagni - che ospitano forme di vita selvatica - o le colline, piantumate con alberi giovani ed essenza autoctone lasciate crescere spontaneamente.

Anche i percorsi pedonali ed i tetti inerbiti contribuiscono a creare un generale ‘contesto verde’, dove gli edifici si disperdono in una rete che relaziona e connette tutto l’insieme.
Era necessario “inserirsi gentilmente nella città di Caudry, ispirarsi alla sua forma, alla sua scala, ai suoi spazi, alla sua popolazione ”, mettersi in relazione con il paesaggio, modellarsi ai rilievi, alla luce, ai fattori atmosferici.

bacini d'acqua

I bacini idrici hanno anche la funzione di irreggimentare le acque e accolgono i bacini di fitodepurazione.

Tutto è paesaggio afferma Kroll, e il primo requisito di un progetto ecologico sta proprio in questa sensibilità, che si rivela nella scelta di accostarsi con grande attenzione all’esistente - al contesto fisico come a quello umano – nella capacità di leggere i rapporti, nello sforzo di tener conto degli adattamenti, di accogliere le risposte che gli abitanti daranno a quegli spazi.
“La sua preoccupazione per la continuità del paesaggio – e per il pianeta intero – opposta ad un obiettivo egoista o perfino autistico è chiara ”.
da: Blundell Jones, Peter, Ecological school, Caudry, France in ’the Architectural Review’, n.1259, gen 2002.
A Caudry l’architettura si fa carico di creare dei contesti vivibili rinunciando a chiudersi in sé stessa e rifiutando di imporsi sull’esistente.