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03/19/2015

Dispersione scolastica e scuole della seconda opportunità


Il 63,1% dei ragazzi dai 16 e i 18 anni è a rischio abbandono scolastico; la percentuale scende leggermente per gli studenti tra i 14 e i 16 anni, ma il 49,8% resta comunque un dato preoccupante. Questi i risultati dell’indagine svolta dalla Fondazione Exodus, impegnata da oltre 25 anni  nella lotta contro il fenomeno della dispersione scolastica. Le cause vanno ricercate nel disagio sociale, soprattutto nei disturbi alimentari, nei conflitti e nelle condotte illegali.

A livello nazionale, le regioni con più dispersione scolastica sono la Sardegna (36,2%), la Sicilia (35,2%)  e la Campania (31,6%), ma anche al nord il tasso è molto elevato, si pensi ad esempio alla Lombardia, dove la dispersione scolastica arriva al 30%. Segnali migliori arrivano dall’Umbria (18,2%), seguita da Marche e Molise con il 21,1%.  In prospettiva europea, l’Italia si classifica al quartultimo posto, dopo il Portogallo.

L’abbandono scolastico, oltre a limitare l’individuo nelle sue possibilità, rappresenta anche un ostacolo per la crescita economica del paese: circa il 45% di chi non termina il ciclo scolastico resta senza lavoro o entra a far parte dei cosiddetti Neet, ragazzi compresi tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non cercano un lavoro e non si formano per trovarlo. Gli inattivi ogni anno costano all’Italia 32,6 miliardi di euro, mentre se entrassero nel sistema produttivo, permetterebbero al Paese di guadagnare più di 2 punti di Pil.

Ma una soluzione sembra arrivare dalle scuole delle seconde opportunità: circa il 90% di chi le frequenta è promosso. Istituite grazie all’attenzione di amministratori locali, associazioni e uffici territoriali del ministero della Pubblica Istruzione, questi percorsi sono praticabili in gran parte della penisola, all’interno delle stesse scuole pubbliche che hanno attivato i corsi. Si tratta, quindi,  di uno strumento interno agli stessi istituti e non di scuole alternative o di classi facilitate. Con la sinergia di docenti, psicologi e genitori, le scuole della seconda occasione rappresentano uno spazio pubblico dove sperimentare diverse modalità di relazione e recupero, imparando a chiedere aiuto quando si è in difficoltà.