• it
Ricerca per l'innovazione della scuola italiana

indireinforma

5 Novembre 2015

Con Smart Coding la programmazione entra in classe

di Giuseppina Rita Mangione, Costanza Braccesi

Smart Coding è l’iniziativa di Samsung Italia che punta ad avvicinare studenti, docenti e genitori al mondo della programmazione e del pensiero computazionale. Il progetto, un vero e proprio contest, ha invitato le scuole a elaborare prodotti digitali, come ad esempio fiabe multimediali, videogiochi, programmi e app  utilizzando il kit di lavoro messo a disposizione da Samsung, documentare le attività con foto e video e infine caricare gli elaborati finali sul sito di Smart Coding.

I 10 migliori contenuti, su 343 presentati, sono stati selezionati da un panel  di esperti e le scuole vincitrici riceveranno in dotazione tablet e altri dispositivi digitali da utilizzare nelle proprie classi. Ma non solo: potranno anche seguire un percorso di formazione didattico/digitale rivolto a docenti e genitori. Nello scorso anno scolastico, grazie a questo progetto, la programmazione è entrata in ben 1000 scuole italiane (603 primarie e 403 secondarie).

LA RICERCA INDIRE – L’Indire partecipa al progetto Smart Coding insieme al Cremit – il Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica – col quale ha portato avanti una ricerca sulle esperienze degli insegnanti e degli studenti in fatto di coding.

I ricercatori Indire del Nucleo territoriale Sud hanno condotto focus specifici su due classi della provincia partenopea che sono risultate vincitrici del contest con i progetti “Viaggio in Europa” (IC 41 “Console” di Napoli – Plesso Fornari) e “Larry Lardo – il gioco” (IC 43 Tasso – San Gaetano).

Il lavoro di ricerca è stato indirizzato a comprendere cosa è rimasto effettivamente nella memoria degli studenti riguardo all’attività svolta nell’ambito del progetto Smart Coding.
Nello specifico, si è cercato di capire quali azioni sono state ritenute importanti, quali sono stati i cambiamenti dell’aula e quali apprendimenti i ragazzi associano all’esperienza fatta. Agli studenti è stato chiesto di raccontare il lavoro fatto in classe, di mimare atteggiamenti, comportamenti, forme espressive proprie dei docenti, al fine di individuare quali pratiche hanno accompagnato il lavoro di progettazione e lo sviluppo del pensiero computazionale.

Dai focus con gli studenti delle classi premiate sono emersi alcuni elementi comuni che possono aiutare i ricercatori a comprendere il valore dell’esperienza del coding in classe:

  • Il ruolo del docente è stato determinante nel coordinamento, nell’individuazione dei ruoli e nel supporto durante le singole attività. Il docente è sempre stato presente e ha consigliato e risolto problemi organizzativi (ma non di contenuto).
  • Il tempo e lo spazio della didattica sono stati estesi e modificati. Le ore di lavoro si sono estese dalle ore della disciplina “Tecnologia” a tutte le altre, per garantire ai ragazzi circa 4 ore di lavoro al giorno. In prevalenza si è lavorato nell’aula tecnologica, in uno spazio adibito a laboratorio, con formazioni di isole da 4 e 8 banchi a sostegno del lavoro collaborativo. Quasi sempre l’aula è stata condivisa con altre classi che, da orario scolastico, dovevano accedervi.
  • L’attività collaborativa e la possibilità di operare concretamente sulla costruzione di un oggetto (anche con l’idea di poterlo commercializzare) sono state le attività maggiormente apprezzate e ricordate con entusiasmo. I ragazzi hanno appreso a lavorare insieme, a rispettare i ruoli e i tempi degli altri, a comunicare e lavorare in gruppo. Hanno compreso i princìpi base della programmazione, hanno imparato a definire i tempi e le attività, a rivedere insieme il prodotto individuando possibili azioni di miglioramento anche in relazione ai materiali utilizzati e ai tempi di consegna. Sono inoltre stati assimilati termini e competenze specifici della programmazione e della progettazione.
  • È emersa una particolare predisposizione verso forme didattiche vicine ai FabLab, i laboratori di fabbricazione digitale. La didattica laboratoriale viene vissuta come una strategia in grado di recuperare anche gli studenti più “difficili”. L’attività di coding  risulta inoltre funzionale all’apprendimento delle varie discipline scolastiche.
  •  Quando il prodotto non aveva una forte dimensione tecnologica, è stata manifestata la necessità di rafforzare lo sviluppo di competenze per rendere l’elaborato più interattivo, sensibile ai contesti e “aumentato” con integrazione di tecnologie mobili e smart.

Dall’elaborazione dei primi dati raccolti dal Cremit attraverso questionari somministrati a 327 genitori, 458 studenti e 208 insegnanti, emerge come il coding  fosse ancora sconosciuto o poco sperimentato prima dell’iniziativa Samsung: il 74% dei genitori non ne aveva mai sentito parlare, più della metà degli insegnanti non ne aveva avuto un’esperienza e il 70% degli studenti non aveva mai fatto attività di programmazione in classe.

La ricerca conferma il successo del progetto: il 34% degli studenti vorrebbe che il coding fosse inserito nelle lezioni di tutti i giorni, e il 75% degli insegnanti lo considera un mezzo efficace per diversificare le modalità di insegnamento.

 

Guarda il video “Indire – Smart Coding”

 

 

Progetto “Il Viaggio in Europa” (IC 41 “Console” di Napoli – Plesso Fornari)

41 Console di Napoli

 

 

Progetto  “Larry Lardo – il gioco” (IC 43 “Tasso” – San Gaetano)

IC 43° Tasso