News

Treno
02/25/2016

La responsabilità delle scuole nell’ambito delle gite


La sentenza della Cassazione 3502 depositata martedì 23 febbraio ha confermato l’obbligo in capo all’amministrazione scolastica di vigilare i ragazzi e tenerli lontani dai pericoli. In aggiunta però ha affermato che l’imprudenza degli studenti che si mettono in situazioni rischiose determina la diminuzione della responsabilità del docente. Questo giudizio evidenzia gli obblighi  sia dell’istituto che dello stesso ragazzo. La sentenza è stata emessa in seguito ad una controversia sorta per causa di un infortunio subìto da un alunno di una scuola superiore che, in occasione di una gita scolastica in montagna, si era avventurato insieme ad altri suoi compagni su di un percorso al di fuori delle piste battute, schiantandosi contro una roccia e riportando così gravi lesioni. L’iscrizione a scuola e l’ammissione ad una gita determinano l’instaurazione di un vincolo negoziale dal quale sorge a carico dell’istituto l’impegno di monitorare la sicurezza e l’incolumità dell’allievo, nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni. Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in una precedente intervista aveva sostenuto che a prescindere dall’importanza del vigilare sui ragazzi, questi non vanno deresponsabilizzati, ma educati a un comportamento sicuro: “Le gite non sono in discussione […]. Dobbiamo essere lucidi nel valutare i fatti: si tratta della gestione della libertà dei ragazzi, della loro autonomia. Gli strumenti educativi devono riguardare anche questi aspetti.”
Attraverso questa prospettiva la sicurezza diviene un concetto e una proprietà che può essere trasmessa e assimilata, ma soprattutto l’idea di sorveglianza viene mitigata dalla capacità di sapersi muovere con consapevolezza nel quotidiano. Valutare i rischi ed essere responsabili dei propri gesti sono competenze che possono essere sviluppate e rafforzate con la diffusione, appunto, della cultura della sicurezza, la cui definizione può essere determinata da accezioni normative, ma anche pedagogiche, traducendosi nei termini di gestione e responsabilizzazione di sé.