Una recente ricerca di Insafe (network europeo che lavora per rendere più sicuro il Web coordinato dall’EUN, consorzio no profit di 28 ministeri europei dell’educazione) ha dimostrato quali sono i comportamenti e le tendenze da non sottovalutare per tamponare i pericoli che i ragazzi incontrano “on line”.
Di seguito riportiamo i punti centrali dello studio Insafe :
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1) La prima cosa utile per genitori e insegnanti è quella di non sottovalutare nessun aspetto poiché i giovani spesso si trovano soli di fronte a minacce che gli adulti ignorano o faticano a capire.
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2) I dati sui giovani italiani tra i 9 e i 16 anni dicono che il 38% di questi usa abitualmente il web.
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3) Questi i pericoli on line più frequenti :
Kaspersky Lab, tra i sostenitori di Insafe e produttore di un software studiato per limitare i rischi dei ragazzi che navigano
La classifica qui sopra si riferisce ai giovani europei tra i 9 e i 16 anni e in che modo sono venuti a contatto con contenuti pericolosi sul web.
Al primo posto ci sono le chat online che rappresentano il primo “luogo” di atti di cyber bullismo. Al secondo posto i siti pornografici, l’ipotesi avanzata è che il 60% di quella fascia sia riconducibile a ricerche specifiche e non di clic su banner.
Molto probabile, invece, è che buona parte dei contatti riguardanti il gioco d’azzardo sia legato a banner non ritenuti inadatti alla pubblicazione su siti con molte visualizzazioni, così come per quelli che contengono violenza.
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4) Motivazioni (PRIME 8) delle richieste d’aiuto a Insafe :
in Italia gestita da Telefono Azzurro
CYBERBULLISMO | 20,8% |
PRIVACY ON LINE | 11,9% |
RELAZIONI ON LINE | 9,9% |
IMPOSTAZIONI TECNICHE | 8,9% |
MATERIALE POTENZIALMENTE PERICOLOSO | 6,9% |
REPUTAZIONE ON LINE | 5% |
USO ECCESSIVO | 5% |
SUICIDIO | 5% |
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5) L’importanza dei genitori.
Il supporto dei genitori è fondamentale anche se spesso capita che i ragazzi non amano confidarsi. È importante mantenere un dialogo per accorgersi di determinate situazioni, magari anche provando con curiosità a informarsi su strumenti e mezzi con i quali comunicano. Reazioni repressive, divieti e privazioni possono provocare solo il risultato contrario: maggiore chiusura sull’argomento e lasciare da soli i giovani ad affrontare un problema molto più grande di loro.