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3 Aprile 2020

L’esperienza dell’IC “Wojtyla di Roma, tra strumenti digitali e bisogno di ascolto degli studenti

di Redazione

Articolo di Loredana Garritano, Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Karol Wojtyla” di Roma

 

Questo periodo di emergenza in cui l’elearning impazza ci dovrebbe far riflettere sull’esigenza di ripensare al  modo di fare scuola, di cambiare  certe abitudini e metodologie di insegnamento, come le lezioni frontali e la didattica trasmissiva ed arrivare a nuove consapevolezze.

In questo momento storico, ma  anche per il futuro, l’utilizzo degli  strumenti digitali da parte dei ragazzi non si deve tradurre in un accesso illimitato ai contenuti del web, ma il docente dovrebbe  aiutare gli studenti a diventare utenti consapevoli di ambienti e strumenti digitali e anche produttori, creatori, progettisti che dimostrano spirito critico e autonomia di giudizio.  Secondo Giovanni Biondi, presidente Indire, dal punto di vista dell’apprendimento, il valore aggiunto degli strumenti digitali non sta nella semplice “distanza” ma nella possibilità di sfruttare fino in fondo le caratteristiche innovative. In una situazione come quella che stiamo vivendo, non ha senso utilizzare il computer per una lezione frontale da tempi  “normali”,  data la condizione di reclusi forzati dei ragazzi, sarebbe meglio organizzare diversamente il tempo dell’apprendimento, evitare troppe ore intensive la mattina, diluire le attività nell’arco della giornata, interagire con i gruppi di studio spontanei  del pomeriggio.

L’elearning non è una copia impoverita, priva di rapporti umani, dei metodi tradizionali, è uno strumento da usare in modo specifico. Perché allora ricorrere al pc solo per leggere un pdf, quando si può imparare la biologia “viaggiando” via video dentro il corpo umano? Perché chiedere agli studenti di mettere il quaderno di matematica davanti alla webcam, se con la LIM posso “giocare” con le rappresentazioni grafiche delle equazioni? Questo è il di più delle tecnologie digitali, non la pura riproduzione in ambienti sincronizzati di una lezione vecchio stile. Quello che sapremo mettere in campo in questo periodo potrà favorirci per il dopo.

L’obiettivo della didattica non sarà più il semplice “ascolto” di una lezione intensiva standard, ma accompagnare l’alunno verso la capacità di leggere e interpretare i contenuti, sia digitali che non, ed arrivare quindi alla costruzione autonoma delle conoscenze. In un mondo in continua evoluzione, che riserva molte sorprese, occorre far fronte a nuove necessità educative, la scuola deve guidare gli studenti a conseguire competenze, per affrontare, con adeguati strumenti, una realtà profondamente cambiata e in continua trasformazione. L’innovazione didattica può dare delle risposte, ma per far sì che non rimanga un fatto isolato, si devono creare le giuste condizioni.

 

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