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10 Luglio 2015

Scuola, compattare l’orario… si può!

Sperimentando una delle idee del Movimento delle Avanguardie educative, la 'Compattazione del calendario scolastico'

di Stefania Chipa, Lorenza Orlandini

La “Compattazione del calendario scolastico” è una delle idee delle Avanguardie educative che a Novembre 2014, quando è stato lanciato il Movimento, ha destato timidi interessi; ma poi, nel corso dell’anno, ha raccolto molte adesioni da parte delle scuole adottanti. Partita con 3 scuole capofila – l’IIS “Luca Pacioli” di Crema (CR), il Liceo Linguistico e Istituto Tecnico Economico statale “Marco Polo” di Bari e l’IISS “Ettore Majorana” di Brindisi -, adesso conta 25 scuole che, da settembre 2015, sperimenteranno questa nuova organizzazione del tempo scolastico.

La compattazione è un’idea complessa; nell’immaginario collettivo a volte rischia di essere associata unicamente a una diversa distribuzione del tempo; si tratta in realtà di una metodologia didattica che rivoluziona la scuola nelle sue dinamiche organizzative e relazionali con effetti verso gli studenti e il loro modo di apprendere, verso i docenti e il loro modo di insegnare, verso l’istituzione scolastica e le sue dinamiche di management.

Certamente il primo effetto derivante dall’introduzione della compattazione è lo scardinamento dell’organizzazione temporale della giornata scolastica e, per questa ragione, richiede una grande attenzione nella progettazione dell’orario; a cascata, però, interessa tutte le dimensioni che fanno parte della scuola.

Robert Lynn Canady e Michael D. Rettig (1995) non a caso l’hanno definita un vero e proprio vettore di cambiamento («a catalyst for change»).

In pratica, essa consiste nella distribuzione del numero di ore di una disciplina in modo non omogeneo nell’arco dell’anno scolastico. Ad esempio, matematica in una delle scuole capofila viene insegnata solo nel 1° quadrimestre: anziché avere tre ore di matematica distribuite nell’arco di tutte le settimane dell’anno, ne vengono svolte sei a settimana in modo che l’intero corso possa essere completato nel quadrimestre.
Ci sono quindi materie che vengono insegnate unicamente nel primo quadrimestre e materie che vengono insegnate solo nella seconda parte dell’anno, seguendo anche una logica di propedeuticità.

Questa modalità didattica ha radici lontane che risalgono alle sperimentazioni introdotte in ambito statunitense negli anni Sessanta come strumento per coinvolgere maggiormente gli studenti e migliorare il loro rendimento.

Il primo che in USA ha formalizzato una diversa distribuzione dell’orario scolastico è stato Lloyd Trump (1959). Il Flexible Modular Scheduling (FMS) o Trump Plan, come è stato chiamato dal nome del suo ideatore, si basava su moduli di 20 minuti e aveva la finalità, così come specificato da Trump, di «eliminate the rigid class schedule of the traditional high school and replace it with instructional sessions of varying lenght» (Lynn Canady, Redding, p. 14). Massicciamente sperimentato negli Stati Uniti negli anni Settanta e Ottanta è stato poi abbandonato. Negli anni Novanta, così come ricostruito in Linsday (2013), hanno iniziato a diffondersi forme di sperimentazione di compattazione del calendario scolastico derivanti dall’FMS di Trump.

L’esperienza americana individua attualmente alcune possibili variazioni (McLeod, Fisher, Hoove 2003):

  • 4 per 4 (four-by-four): l’anno scolastico è organizzato in 2 semestri. Le materie che generalmente durano un anno vengono completate nell’arco di un solo semestre;
  • giorni alterni (alternate-day block schedule o A/B): 6 o 8 materie affrontate a giorni alterni; gli insegnanti fanno lezione ogni giorno a metà dei loro studenti;
  • 2 blocchi più grandi e 3 blocchi standard per giorno (two large blocks and three standard-sized blocks per day): l’anno scolastico è diviso in trimestri della durata di 60 giorni ciascuno. Le materie che occupano i 2 grandi blocchi cambiano ogni trimestre;
  • alcune materie vengono insegnate tutti i giorni (ad esempio lingue straniere), altre, che occupano blocchi più lunghi di tempo, vengono affrontate a giorni alterni;
  • sei materie (six courses): sei materie ogni giorno, tutti i giorni della settimana;
  • sette materie (seven courses): sette materie ogni giorno, tutti i giorni della settimana (Canady & Rettig 1995).

Fra questi, i modelli più utilizzati sono 4 per 4  e giorni alterni.

In Italia le scuole capofila dell’idea si muovono su due varianti: 1) compattazione simmetrica o totale (“Pacioli”, “Marco Polo”, “Majorana”); 2) compattazione asimmetrica o parziale (“Pacioli”).

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Esempio di compattazione del calendario scolastico dell’IISS “Ettore Majorana” di Brindisi

La compattazione simmetrica o totale prevede che alcune discipline del percorso di studi siano svolte solo nel primo quadrimestre, per un numero doppio delle ore curricolari previste; al termine del primo quadrimestre viene effettuata una valutazione finale che viene riportata nello scrutinio di fine anno. Altre discipline, per un equivalente numero di ore settimanali, vengono proposte solo nel secondo quadrimestre.

La compattazione asimmettrica o parziale, prevede invece una suddivisione non equivalente tra il primo e il secondo quadrimestre del monte ore totale della disciplina (esempio: 2/3 del monte ore nel primo quadrimestre e 1/3 nel secondo).

Adottare la compattazione del calendario significa per una scuola ridisegnare le coordinate spazio-temporali della sua organizzazione tradizionale in funzione anche dei bisogni di apprendimento degli studenti. In generale la compattazione incide sul “tempo” della didattica, ma a cascata cambia radicalmente il modo in cui l’attività formativa è organizzata, sia in classe che nel lavoro a casa di docenti e studenti.

Dal punto di vista del docente, la compattazione spinge naturalmente l’insegnante a ripensare il classico modello frontale di interazione con lo studente. Potendo contare infatti su un numero maggiore di ore continuative a disposizione, si viene a creare un ambiente classe più flessibile, in cui gli insegnanti possono usare stili di insegnamento vari e interattivi. Un’organizzazione di questo tipo, inoltre, favorisce il dialogo e la collaborazione fra i docenti che sono spinti a progettare insieme le attività didattiche e a lavorare anche in interclasse, scomponendo due o più classi e riaggregandole per livelli omogenei o per fasce d’interesse. Si assiste, nelle esperienze delle scuole capofila dell’idea, quindi, all’introduzione e alla sperimentazione di strategie didattiche diversificate (flipped classroom, contenuti didattici digitali (CDD), debate, spaced learning) e a una maggiore personalizzazione della lezione in classe, sulla base delle effettive necessità degli studenti. Infine, scegliendo di affrontare alcune materie nella prima parte dell’anno e altre nella seconda, la scuola ha la possibilità di attuare un calendario scolastico che tenga conto di eventuali propedeuticità.

Dal punto di vista degli studenti, questa metodologia favorisce la creazione di un rapporto diretto con il docente che, trascorrendo un tempo più lungo e “compattato” con la propria classe, riesce a comprendere meglio i bisogni dei singoli e a intercettare in modo tempestivo eventuali difficoltà. Inoltre, l’introduzione di diverse modalità per apprendere una materia riesce a rendere le ore dedicate allo studio più dinamiche. La possibilità per lo studente di concentrarsi su un numero inferiore di materie contemporaneamente, favorisce uno studio più concentrato e approfondito, riducendo il senso di frammentazione e disorientamento. Infine, la possibilità di introdurre momenti di verifica degli apprendimenti più ravvicinati nel corso del quadrimestre e di creare gruppi classe differenziati per livello di apprendimento o per fasce di interesse può agevolare il raggiungimento degli obiettivi disciplinari.

Sintetizzando, i principali benefici che la letteratura (Cawelti, 1994) riconosce alla compattazione del calendario scolastico, e che le scuole capofila dell’Idea hanno riscontrato nella loro sperimentazione quotidiana, sono:

  • miglioramento delle modalità di insegnamento e di apprendimento: i docenti dispongono di più tempo per organizzare le lezioni, per affrontarne i concetti chiave e verificare l’andamento della classe; gli studenti possono provare un’ampia gamma di attività finalizzate a intercettare i loro diversi stili cognitivi;
  • riduzione della frammentazione nel processo di apprendimento e di insegnamento: studenti e docenti possono concentrare l’attenzione su poche materie, in questo modo gli insegnanti sono in grado di seguire da vicino gli studenti e questi ultimi possono assimilare con più facilità i contenuti. Compattazione significa anche evitare le frequenti transizioni da una materia all’altra e ridurre il tempo dedicato alle attività di gestione della classe (come, ad esempio, il momento dell’appello);
  • personalizzazione degli apprendimenti: ogni studente può progredire secondo il proprio passo;
  • miglioramento delle relazioni interpersonali tra docenti e studenti: il maggior tempo a disposizione permette loro di conoscersi più in profondità;
  • aumento della collaborazione fra docenti: la compattazione necessita, per una adeguata implementazione, di una programmazione congiunta delle attività didattiche (Rettig & Canady 1996);
  • miglioramento degli apprendimenti degli studenti: si registra un generale miglioramento dei risultati degli apprendimenti degli studenti e si riduce il drop-out (O’Neil 1995; Eineder & Bishop 1997);
  • miglioramento del clima interno: gli studenti hanno un atteggiamento positivo nei confronti della scuola, vanno volentieri a lezione;
  • il ritmo della scuola rallenta: la minore frammentazione favorisce l’instaurarsi di tempi più distesi per affrontare la didattica (O’Neil 1995);
  • non occorrono fondi aggiuntivi: è un cambiamento che può essere messo in atto a costo zero, anche se può essere utile prevedere dei percorsi di formazione per i docenti coinvolti (Rettig & Canady 1996).

La compattazione è dunque prima di tutto una metodologia didattica. Riorganizzare l’orario scolastico sulla base di blocchi temporali più lunghi di quelli tradizionali implica “la ricerca di un nuovo modo di insegnare, più vicino e attento alle esigenze dello studente”. Con la modifica dell’assetto tradizionale dell’orario e della scansione dell’anno scolastico, si cerca infatti come fine ultimo di superare le problematicità di interventi didattici frammentari e, pertanto, dispersivi.

Gli orizzonti di riferimento del Manifesto delle Avanguardie educative ai quali, nello specifico, si richiama la “Compattazione del calendario scolastico” sono il n. 4 e il n. 5, ossia: Riorganizzare il tempo del fare scuola e Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza.


Riferimenti bibliografici

Antinucci, F., La scuola si è rotta. Perché cambiano i modi di apprendere, Editori Laterza, Roma, 2003.

Calvani, A., Teorie dell’istruzione e carico cognitivo, Erickson, Trento, 2009.

Cawelti, G., High School Restructuring: A National Study, Educational Research Service, Arlington, Virginia, 1994.

Canady, R.L., Rettig, M.D., Block Scheduling: A Catalyst for Change in High Schools, Eye on Education, Princeton, New Jersey, 1995.

Lindsay, J., The case against Block Scheduling, www.jefflindsay.com/Block3.shtml 

Regional Educational Laboratory, Block Scheduling: Innovations with Time Northeast and Islands, A Program of The Education Alliance at Brown University, Office of Educational Research and Improvement (OERI), Department of Education, 1998.

Sharan, S., Shachar, H., Levin, T., The Innovative School: Organization and Instruction, Bergin & Gravey, West Port, 1999.