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7 Giugno 2021

Cibo e cambiamento climatico, parlarne a scuola è possibile

di Redazione

Manifesto del terzo Italian Youth Forum. Parma, 2021

Nell’evento del 3 giugno scorso organizzato dalla rete EuCliPa – European Climate Pact Ambassador Italy, alcuni ambasciatori della community italiana (attualmente sono circa 40 nel nostro Paese, e 200 in Europa) hanno parlato di cibo e cambiamento climatico.

Questa tematica, trasversale anche all’istruzione, ben si armonizza con “RiGenerazione Scuola”, il piano nazionale per la transizione ecologica e culturale delle scuole presentato il 4 giugno dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dalla sottosegretaria Barbara Floridia. Annunciando la pubblicazione online del portale del Ministero su scuola e cibo, la sottosegretaria ha affermato che con il piano “andremo a lavorare sulla cittadinanza alimentare per nutrire il futuro, che senza consapevolezza alimentare non c’è futuro da nutrire. Dobbiamo prevedere mense a chilometro zero, rivedere cosa c’è nei nostri distributori, innalzare il livello dei cambi per i fornitori e gestori delle mense scolastiche”.

L’evento della rete EUCliPa del 3 giugno, già disponibile online, può costituire uno spunto nell’ambito di questo piano di rigenerazione della scuola? Noi crediamo di sì. Ad esempio: perché è stato utilizzata la parola cibo invece che alimentazione? La rete EuClipa sottolinea come la parola “cibo” sia più adeguata rispetto alla parola “alimentazione”, perché rispecchia meglio la polisemia e la trasversalità dei valori nutrizionali, culturali, sociali, ambientali ed economici, come si afferma nel Manifesto del Rete Italiana per le politiche Locali del Cibo. Ma potrebbe essere molto interessante creare nelle scuole un Debate su questo tema, magari anche in ottica CLIL.

Durante il suo intervento La sostenibilità viene mangiando, cibo, SDGS e sostenibilità”, Marta Pinzan di Change for planet ha sottolineato che il sistema alimentare mondiale emette nell’aria tra il 21% e il 37% delle emissioni antropogeniche totali, tra attività di produzione all’interno della aziende agricole e allevamenti (10%-14%), sfruttamento del suolo ( 5%-14%) e filiera agro alimentare (5%-10%), con una perdita e sprechi alimentari del 6% delle emissioni totali (dati IPPC). Marta Pinzan ha approfondito il legame esistente tra produzioni di origine animale e deforestazione, e tra clima, sicurezza alimentare e accesso al cibo. Ha poi parlato delle azioni di mitigazione, ma anche di adattamento e resilienza, ossia i due fronti della lotta contro il cambiamento climatico su cui ognuno di noi può agire.

Già questo primo intervento ci dà l’occasione di riflettere sul legame tra territorio e scuola: esistono degli allevamenti di animali vicino a scuola? È possibile censirli, visitarli? Da dove arriva il cibo che arriva nella propria mensa scolastica?

Vincenzo Armini di Nutri Africa ODV, nel suo intervento su Cambiamenti climatici e alimenti: da minaccia a opportunità, oltre a ricordare che affrontare la sfida di sistemi alimentari più equi e sostenibili è collegato a una molteplicità di obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030 (SDGs 1, 2, 7, 9, 11, 12, 13), ha argomentato il nesso causale tra cambiamento climatico e fenomeno della denutrizione per difetto, ossia un adattamento forzato della popolazione a nuove condizioni di impoverimento della quantità e qualità nutrizionale del cibo disponibile. Questo problema genera sovraffollamento nelle infrastrutture ospedaliere, già impegnate nella battaglia contro molte altre malattie, soprattutto in Paesi economicamente meno sviluppati. Un possibile strumento, nato dalla collaborazione tra l’Università di Napoli Federico II e l’Università di Gulu in Uganda, è un trattamento ambulatoriale a casa supportato da un prodotto alimentare a base di spirulina, con benefici sociali (riduzione delle ospedalizzazioni) e ambientali (prodotto locale a filiera corta) misurabili.

Anche in questo caso, possiamo leggere in questo intervento l’innovazione messa in atto da tutti i Paesi firmatari dell’Agenda 2030: non ci sono più Stati del terzo o quarto mondo, dobbiamo tutti concorre al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Con l’intervento di Federica Dolce, ambasciatrice per conto di Safe Food Advocacy Europe, il webinar ha offerto una prospettiva europea, presentando le attività dell’organizzazione che rappresenta gli interessi dei consumatori su questioni legate alla sicurezza alimentare e all’agricoltura. Tre gli ambiti di intervento: 1) Agricoltura e ambiente, con il progetto Erasmus+ “The Perma Module” che mira a sviluppare un programma di studio universitario transnazionale in permacultura per studenti universitari; 2) Spreco alimentare, con la campagna “One Man’s Waste Is Another Man’s Treasure” che punta a garantire la ridistribuzione delle eccedenze alimentari; 3) Imballaggi alimentari: attraverso workshop e azioni di lobby cerca di sviluppare soluzioni alternative agli imballaggi usa e getta, con una particolare attenzione alla migrazione di determinate sostanze dall’imballaggio al cibo. Questo intervento ha fornito ottimi spunti per svolgere anche in classe alcune attività come ad esempio misurare l’impronta ecologica personale e confrontarne a scuola i diversi risultati.

Urban Gardening. 2008. Immagine tratta da https://climatevisuals.org, sito che offre immagini gratuite sulle problematiche climatiche, utili anche per lezioni nell’ambito dell’educazione civica.

Su scala nazionale, il contributo dell’ambasciatore Giacomo Pieretti è ruotato intorno all’impegno preso dall’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco attraverso il Manifesto Next Generation You, lanciato a Parma in occasione del terzo Italian Youth Forum.

In uno dei quattro capitoli, “Nutrire il futuro”, sono state messe in evidenza sette proposte concrete per il raggiungimento di sistemi alimentari più sostenibili, socialmente inclusivi ed economicamente giusti: dal concetto di cittadinanza alimentare alla necessità di creare nuove alleanze per il cibo, dalle borse di studio che l’associazione si impegnerà a erogare a neodiplomati, alle attività di comunicazione e di educazione alimentare, fino alle sollecitazioni alle istituzioni competenti per l’istituzione di un servizio civile universale agricolo e all’adozione di nuove normative per le mense scolastiche e la creazione di orti collaborativi.

Questo manifesto potrebbe costituire una buona base anche a scuola, per riflettere con gli studenti, ad esempio, sulle “12 modeste proposte”.

Tra le proposte, la scelta garantita nelle mense scolastiche è un risultato che ha realizzato la Francia grazie a una recente legge.

Ma in generale le 12 proposte potrebbero essere discusse a gruppi in classe in modo interdisciplinare nell’ambito dell’educazione civica.

 

Manifesto del terzo Italian Youth Forum. Parma, 2021, p.3. Clicca per ingrandire

 

Come ambasciatori del patto per il clima EU, ricordiamo che tutti possiamo diventarlo e anzi sarebbe utile che molti studenti lo fossero (qui le informazioni per aderire), per diventare protagonisti del loro futuro con nuove proposte per la scuola. In questo senso, facciamo un appello come EuCliPa invitando studenti e docenti a partecipare alla nostra community.

 

Link utili per approfondire questi temi: 

 

 

Articolo di Isabel de Maurissens (Indire) e Giacomo Pieretti,
Ambasciatori italiani per il Patto per il clima EU