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Ricerca per l'innovazione della scuola italiana

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19 Luglio 2022

La ricerca sulle piccole scuole nella rivista Educazione Aperta

di Redazione

È disponibile online un nuovo numero della rivista scientifica Educazione Aperta. Rivista di pedagogia critica (fascia A per i settori 11D1 e 11D2). Il n.11/22 dal titolo “Quale cooperazione digitale? Repertori, pratiche, relazioni”  vuole accompagnare il lettore a  “vedere” forme di elaborazione e trasmissione culturale che, come dice Roberto Maragliano in apertura, eccedono dai canoni scolari ma sono già davanti ai nostri occhi, vivono indipendentemente dal nostro riconoscimento.

Due i contributi dei ricercatori che lavorano con e per le piccole scuole. Il primo contributo di Laura Parigi dal titolo “Noi si fa così. Scritture collettive a scuola durante la quarantena Covid19” presenta l’analisi della documentazione delle esperienze realizzate da oltre settanta insegnanti  in Spaesi. Un laboratorio di geografia fantastica, prendendo in considerazione gli strumenti digitali, i processi di scrittura e le regole di partecipazione elaborate dai gruppi, allo scopo di identificare un repertorio di tecniche cooperative per il lavoro a distanza. Sono analizzate inoltre le forme espressive e testuali praticate dalle classi (testi narrativi, fiabe, filastrocche ecc.), i linguaggi e i codici utilizzati per la realizzazione dei testi, per comprendere quali apprendimenti curricolari e trasversali sono interessati dalla pratica della scrittura collettiva in ambiente digitale. Infine, l’analisi identifica alcuni temi ricorrenti nei testi elaborati dalle classi.

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Il secondo contributo di Giuseppina Rita Jose Mangione, Michelle Pieri e Massimo Faggioli, dal titolo “Fare scuola a classi aperte in rete. Sperimentazione di didattica condivisa in piccole scuole isolate e con pluriclassi”, presenta la sperimentazione del modello Classi in Rete in Abruzzo che ha coinvolto 12 piccole scuole tramite un approccio metodologico di analisi di tipo design-based research. Il lavoro presenta l’esperienza di formazione e intervento condotta in collaborazione con l’Università Telematica degli Studi IUL e con il gruppo di ricerca dell’École Éloignée en Réseau del Québec e permette di comprendere l’impatto che il modello ha avuto nelle classi sperimentali in termini di collaborazione, interdisciplinarità e riorganizzazione dei tempi e degli spazi di lavoro tra classi delocalizzate ma in comunità tra loro.

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Un ringraziamento a Irene Culcasi, Vincenzo Schirripa e Antonio Vigilante che hanno accolto i contributi INDIRE in questo interessante numero.