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21 Gennaio 2019

Oggi all’Indire la visita della delegazione israeliana

di Fabiana Bertazzi

Questa mattina, l’Indire ha avuto il piacere di accogliere una delegazione israeliana per un cultural exchange. A farci visita sono stati alcuni rappresentanti istituzionali di comuni dello stato di Israele, fortemente impegnati nella costruzione delle cosiddette Learning cities. Il termine, coniato nel 2015 dall’Unesco, fa riferimento ai centri cittadini attivi nella promozione dell’apprendimento permanente, considerato un requisito fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità in un’epoca soggetta a continui cambiamenti. Una learning city si contraddistingue per l’attenzione che dà alla formazione intesa come processo continuo, non esclusiva degli studenti, ma aperta all’intera cittadinanza. Da questo deriva una serie di incentivi per promuovere la qualità dell’istruzione, l’inclusione e l’ampliamento dell’offerta educativa e formativa con il supporto delle nuove tecnologie. Il progetto formativo diventa così un intento comune cui collabora l’intera città, che cresce e si sviluppa attorno e in funzione del raggiungimento di questo obiettivo.

Dopo i saluti iniziali della coordinatrice dell’Agenzia Erasmus+Indire Sara Pagliai, è intervenuto Haimb Bibas, sindaco di Modi’in Maccabim Re’ut, centro cittadino che sorge tra Gerusalemme e Tel Aviv, in forte crescita ed espansione. Il sindaco ne ha illustrato le caratteristiche principali: ad esempio, l’età media si aggira intorno ai 32 anni e il 65% della sua popolazione possiede un diploma di laurea. Il sindaco ha dichiarato, inoltre, che il governo locale ha destinato il 50% del suo budget totale all’educazione. Modi’in Maccabim Re’ut è un esempio virtuoso di learning e smart city, in cui la tecnologia è fortemente integrata nelle infrastrutture e nei servizi municipali e in cui l’amministrazione incentiva la costruzione di spazi polivalenti e funzionali al benessere cittadino (parchi, centri culturali, sedi per eventi e strutture ricreative e sportive).

A seguire, lo staff dell’Agenzia Erasmus+Indire ha presentato a un attento e interessato pubblico il programma europeo Erasmus+, che dal 1987 a oggi ha interessato 9 milioni di persone. In particolare, Lorenza Venturi  e Claudia Peritore hanno parlato delle possibilità offerte per la mobilità degli studenti e per la creazione di partneriati strategici. Daniela Ermini, Senior Advisor di Epale Italia, ha parlato della piattaforma elettronica europea per l’apprendimento degli adulti, tema che si inserisce efficacemente nella cornice del lifelong learning for all, assunto di base di ogni learning city.

Per dare un ulteriore spunto di riflessione e confronto, Elisabetta Mughini, responsabile per l’Indire della ricerca sull’innovazione metodologica e organizzativa nel mondo scolastico, ha presentato l’esperienza del movimento delle Avanguardie Educative, invitando i rappresentanti di una delle scuole fondatrici della rete, l’ITI “Pertini” di Lucca, a raccontare come abbiano implementato e applicato sul territorio l’idea del Service Learning. Partendo da questo approccio metodologico che permette di realizzare percorsi di apprendimento in contesti di vita reale, le classi di questo istituto hanno infatti dato vita negli anni a un sistema di accoglienza turistica, imparando a gestire un info point e organizzando visite guidate e tour virtuali per i turisti. Grazie a questa iniziativa hanno potuto così sviluppare competenze tecniche e trasversali quali la  capacità comunicativa, il lavoro di gruppo e una maggiore responsabilizzazione nell’organizzazione del lavoro.

A chiudere questo incontro, Franco Cima, Ambasciatore Epale Italia e consigliere della città di Bologna, che ha illustrato l’ambizioso progetto “Big Data” che vede coinvolta l’intera regione emiliana nella costruzione di un hub europeo, ovvero un centro di gravitazione di strutture legate alla ricerca e allo sviluppo tecnologico.

Ciascuno dei partecipanti all’incontro ha potuto portare la propria esperienza, dando così vita a un vivace confronto su una nuova visione di città, intesa come spazio costruito in funzione dei suoi abitanti e come fucina per una nuova idea di cittadino.

 

 

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