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6 Luglio 2018

Analfabetismo e istruzione degli adulti, nuove proposte dal convegno di Reggio Emilia

di Alessandra Ceccherelli

Lo staff dell’Unità nazionale EPALE (Indire), che com’è noto si occupa della gestione della piattaforma europea punto di raccolta di esperienze sull’educazione degli adulti, ha partecipato a Reggio Emilia alla terza edizione del convegno “Cittadinanza e analfabetismo. Alfabetizzazione degli adulti: metodi e strumenti a confronto nel panorama internazionale”, organizzato il 19 maggio scorso dal Comune di Reggio nella sede dell’ateneo cittadino.

Non è un caso che l’evento si svolga ogni anno a Reggio Emilia. La città è in prima linea nel contrasto alle basse (o nulle) competenze di lingua già dal 2010, grazie al coinvolgimento del Comune, delle associazioni di volontariato e di promozione sociale attive nel territorio e dei Centri per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) che hanno dato vita alla rete “Diritto di Parola”. Lo scorso anno le attività di integrazione linguistica e sociale della rete hanno raggiunto oltre 3700 persone straniere, organizzando 305 classi per un totale di quasi 25mila ore di docenza, cui hanno contribuito 122 operatori tra personale dedicato e volontari.

Alla presenza di oltre 200 partecipanti tra docenti, formatori professori e laureandi in Scienze della formazione, l’edizione 2018 ha portato alla luce una serie di esperienze internazionali, accanto ad alcune sperimentazioni attualmente in corso in Italia nei CPIA e nelle scuole di lingua gestite da associazioni e Centri di Accoglienza Speciali (CAS). L’obiettivo dell’evento è stato quello di fornire nuovi contributi e permettere un momento di incontro, di riflessione e di condivisione sul tema dell’analfabetismo, partendo dal presupposto che la mancanza di adeguate conoscenze di lettura, scrittura e comprensione della lingua sono elementi che bloccano la partecipazione alla vita sociale, all’occupazione e al pieno esercizio dei diritti.

Vittoria Gallina, esperta nazionale di educazione degli adulti, presente al convegno quest’anno in qualità di uditrice (aveva inaugurato l’edizione 2016 con il linguista Tullio de Mauro), ripercorre in un articolo recentemente pubblicato su educationduepuntozero.it i passaggi che hanno reso significativo l’appuntamento di Reggio Emilia per il contrasto all’analfabetismo, dando il suo autorevole parere sulle diverse esperienze presentate nel corso dell’evento.

 

Le esperienze internazionali

I nuovi sviluppi e i più recenti aggiornamenti del Toolkit del Consiglio d’Europa per il supporto linguistico ai migranti adulti sono stati presentati da Lorenzo Rocca dell’Università per stranieri di Perugia, portavoce del gruppo Linguistic Integration of Adult Migrants (LIAM) che raccoglie ricercatori europei che lavorano per lo sviluppo delle politiche linguistiche del Consiglio. Il Toolkit, una vera e propria “cassetta degli attrezzi” disponibile in 7 lingue e pensato per gli operatori delle organizzazioni non governative, per i volontari e per gli educatori ccoinvolti nei percorsi di prima alfabetizzazione, è stato messo a punto dopo anni di sperimentazione anche in Italia (leggi in proposito il nostro articolo del 28 novembre scorso).

«Il taglio pragmatico del Toolkit – scrive Vittoria Gallina nel suo articolo – attento a collocare i vari materiali proposti in contesti e scenari reali della vita del migrante e dell’operatore socio-culturale con cui questi interagisce nelle varie e drammatiche situazioni che si determinano nell’approccio alle realtà “ospitanti”, offre garanzia di grande fruibilità, entro un percorso semplice, ma non semplicistico, sempre controllato scientificamente».

Alla ricerca internazionale è dedicata invece Literacy Education and Second Language Learning for Adults (LESLLA), la rete mondiale nata nel 2005 su iniziativa di un gruppo di linguisti, ricercatori e professori universitari, per confrontare metodi di insegnamento della lingua L2 agli adulti.

«LESLLA – prosegue Gallina – riempie il vuoto di ricerca che caratterizza questo settore; a differenza di quanto accade per i bambini, infatti, ai quali è dedicata una consolidata ricerca sulle competenze linguistiche e sui processi meta-linguisitici collegati con lo sviluppo dell’apprendimento della literacy in L2, c’è un vuoto per quanto riguarda la popolazione adulta con poca o nulla scolarizzazione nella lingua nativa. Questo vuoto determina problemi gravi, se si tiene conto che la maggioranza degli immigrati sono low educated, e che per questo motivo rischiano di non essere accolti in percorsi di inserimento e di integrazione efficaci». Il prossimo convegno internazionale di LESLLA si terrà per la prima volta in Italia, a Palermo, dal 4 al 6 ottobre.

 

Le esperienze nazionali

La Scuola di lingua delle Cooperativa Ruah di Bergamo ha presentato in anteprima l’ultimo strumento sviluppato dai docenti, frutto di anni di ricerca in classe: Ataya App, un’app per smartphone destinata agli studenti stranieri per facilitare l’apprendimento della lingua italiana. Disponibile a partire dal prossimo settembre, Ataya App mette in pratica i moduli didattici descritti nell’omonimo manuale pubblicato nel 2014 (qui è possibile leggere un articolo di approfondimento) ed è quindi il risultato di un lavoro che affianca ricerca teorica, progettazione e sperimentazione sul campo.

Un’altra proposta innovativa tutta italiana è stata sviluppata da alcuni insegnanti e ricercatori attraverso una sperimentazione in classe tuttora in corso. Si tratta della metodologia MIGRANS, un percorso formativo sperimentale destinato a migranti non scolarizzati nel Paese d’origine che propone di utilizzare il monte orario destinato all’alfabetizzazione affiancando all’insegnamento dell’italiano L2 anche moduli di inclusione digitale, numeracy e molto altro (di tale metodo abbiamo dato notizia recentemente anche su questo sito). È possibile partecipare alla sperimentazione del metodo MIGRANS contattando gli indirizzi riportati nella scheda descrittiva del progetto disponibile su EPALE.

 

 

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