AESSE - Abitare la scuola - Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica ex Indire logo Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica ex Indire
 

partecipazione

trattamento di una parete

Low tech e low budget. Bassa tecnologia, basse spese ma grande valorizzazione delle risorse umane coinvolte, riescono a dare un grande risultato.

Il processo partecipativo è iniziato con la coprogettazione, che ha visto progettisti e committenti lavorare in strettissima collaborazione, decidendo insieme che cosa doveva essere fatto e selezionando tecnologie e materiali in base alla valutazione dell’ecobilancio complessivo.
Il passo successivo, la costruzione partecipata, è uno degli aspetti che più caratterizzano questo intervento, e per la vastità dell’impegno si distingue da molte esperienze simili, spesso limitate ad attività di sostegno o dimostrative.
I soci della cooperativa hanno infatti partecipato in prima persona al cantiere con attività finalizzate non solo alla costruzione in sé, ma anche all’acquisizione da parte loro di vere e proprie competenze nel campo della bioedilizia.
Panta Rei, come centro di educazione e diffusione di pratiche legate allo sviluppo sostenibile, ha avuto il suo primo momento formativo nel cantiere stesso, che ha reso gli stessi committenti costruttori della propria struttura mettendoli in grado di insegnare a loro volta.
Il cantiere è stato quindi un luogo di sperimentazione, trasmissione di competenze e coinvolgimento di progettisti e committenti, contribuendo anche a diffondere conoscenze sulla bioedilizia nelle imprese e negli artigiani locali

lavori

L’architettura è proposta come un linguaggio - in continua evoluzione - che non appartiene solo agli specialisti, ma vuole essere trasmesso e compreso da tutti, diventando occasione per riflettere su modi diversi di abitare.

Nella foto: manufatti realizzati nei laboratori.

intonacatura

Alcuni muri in autocostruzione sono stati realizzati con argilla locale e paglia. Nella foto: stesura dell’intonaco in terra.

AAD’a (Atelier Ambulant d’architecture) è un’associazione europea che raccoglie professionalità diverse (artisti, artigiani, ingegneri, architetti, sociologi) impegnate in progetti di valorizzazione dello spazio umano.
Situandosi al di fuori dal contesto economico tradizionale, vuole riportare al centro del progetto di architettura la rivitalizzazione del sistema di relazioni locali, mettendo in gioco tutte le risorse umane, ambientali e sociali che qualificano l’impatto globale di ogni intervento. 
Il progetto di architettura va oltre alla realizzazione dell’oggetto in sé, smette di essere dominato da criteri finanziari e produttivi e gestito esclusivamente dagli specialisti e ri-acquista una dimensione più ampia, che comprende le risorse umane che è in grado di mobilitare. Da qui la scelta di attivare processi partecipativi alla ente può essere rivitalizzato e fatto proprio.
Di particolare importanza, in questa chiave, è il cantiere, che diventa il nucleo vitale di scambio e creazione di competenze da cui parte la rivitalizzazione del sito.
AAD’a (http://www.aada-ma.it/) dà vita ad un’attività pluridisciplinare aperta alla ricerca di una ridefinizione del ruolo e della vocazione dei mestieri legati all’architettura. La co-progettazione con i futuri operatori dei centri, la sperimentazione di tecnologie bioedili, l’attenzione ai materiali utilizzati ed
all’economicità delle realizzazioni eseguite in autocostruzione, sono alcuni dei principi che ne caratterizzano l’operato.